Continuano ad arrivare testimonianze che arricchiscono il Diario della Quarantena pubblicato su Astigiani di giugno che ne contiene già più di 130. Chi volesse aggiungere il suo contributo al Diario può ancora farlo scrivendo a info@astigiani.it. Si prega di indicare nome cognome, attività e non superare le 2500 battute. Ricordiamo che Astigiani,”speciale pandemia”, è in tutte le edicole dell’Astigiano e nelle principali librerie.
Mi ha tenuto compagnia il ricordo dei miei mondiali
Gianni Truffa
Giornalista sportivo, Asti
Una cosa è certa: non dimenticherò mai, ovviamente in senso negativo, il periodo della quarantena, che, fra l’altro, mi ha creato qualche problema di salute causato da un’alimentazione poco corretta in seguito alla chiusura, avvenuta a metà marzo, di bar, ristoranti e pizzerie. Non mi è mai piaciuto stare in casa, soprattutto dopo la dipartita dei miei genitori, con i quali ho sempre vissuto felicemente. Del resto, ancora oggi, vado a casa soltanto per un riposo pomeridiano o per dormire durante la notte.
Fino a domenica 23 febbraio avevo seguìto le partite di calcio dell’ASD Asti e dei campionati giovanili di mia competenza, ma la sospensione dell’attività sportiva mi ha costretto ad essere inattivo per due mesi. Poi sono tornato in pratica alla vita normale riprendendo a scrivere nella redazione de “La nuova provincia”, facendo lunghe passeggiate e andando anche in bicicletta.
Come ho vissuto la quarantena? All’inizio abbastanza bene, visto che era anche un po’ una novità. Ho letto qualche libro di calcio e ho riletto, questa volta al completo, “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, un romanzo che ha esercitato in me un certo fascino fin dai tempi della scuola.
Speravo che il lockdown finisse dopo due o tre settimane, invece è proseguito fino a domenica 3 maggio, e la mia crisi a livello psicologico è affiorata ad aprile, quando tutti siamo stati costretti a trascorrere nelle nostre abitazioni anche le festività pasquali e le ricorrenze del 25 Aprile e del 1 Maggio. Fortunatamente non soffro mai di solitudine, ma nel periodo in questione le giornate erano diventate interminabili.
Cercavo di consolarmi pensando al mio bellissimo passato, caratterizzato anche da dieci presenze ai Mondiali di calcio (da Spagna 1982 a Russia 2018), otto agli Europei, sempre in ambito calcistico (da Germania Ovest 1988 a Francia 2016), e da tanti viaggi extrasportivi in Italia e all’estero. Tuttavia il presente diventava sempre più, per il sottoscritto, una specie di incubo. Nonostante le telefonate che ricevevo, mi mancavano tante cose e, soprattutto, la Santa Messa dal vivo al sabato pomeriggio o alla domenica.
Mi auguro veramente, come tutti, che non si debba più tornare a un’esperienza così drammatica. Devo continuare a pensare positivo sperando che, come sento dire, arrivi al più presto il vaccino anti-Covid. Secondo me, il peggio è ormai alle spalle, e se la gente continuerà a prendere le precauzioni necessarie, l’emergenza sanitaria diventerà a fine anno soltanto un ricordo doloroso.