Gli autori storici, soci e lettori hanno festeggiato insieme, con una foto di gruppo e un brindisi, il decimo anniversario della rivista e dell’associazione Astigiani. Il salone delle conferenze al primo piano di palazzo Mazzetti (disponibile, causa maltempo, in alternativa al cortile di palazzo Gastaldi, sede del Consorzio dell’Asti) si è gremito in fretta sabato pomeriggio. Tanti hanno voluto partecipare alla 40esima presentazione della rivista che racconta la storia e le storie di Asti, Monferrato, Langhe e Roero. La rivista è nelle edicole a 7 euro e sarà spedita in questi giorni agli abbonati.
«Il decimo anno è un traguardo importante che ci sprona a continuare, con l’impegno dei volontari, sui molti temi culturali aperti da Astigiani”, ha sottolineato il presidente dell’associazione Piercarlo Grimaldi.
«Abbiamo finora editate cinquemila pagine, creando una sorta di “enciclopedia” che grazie al lavoro di trasposizione sull’archivio elettronico di Astigiani.it sarà messo a disposizione di tutti per ricerche e confronti. Un patrimonio ricchissimo che poche altre realtà possiedono e rendono fruibile», ha annunciato Grimaldi.
C’era anche il past president Giorgio Conte che è riandato ai dubbi e alle speranze degli esordi del sodalizio, costituitosi nel 2012 nella sale vuote di palazzo Alfieri, allora in restauro. È stato anche ricordato con un lungo applauso l’intenso impegno di Luciano Nattino, suo successore fino al novembre 2017. Un attestato ricordo è stato consegnato ai due sindaci di Asti che si sono succeduti in questi 10 anni: Fabrizio Brignolo e Maurizio Rasero il quale ha garantito che il progetto del Bosco degli astigiani sta andando avanti. Lo auspica l’associazione che ha lanciato l’idea e che sta raccogliendo le adesioni di “azionariato popolare” per dare vita a un nuovo grande parco pubblico sulle colline di Viatosto.
Al direttore della rivista Sergio Miravalle è stato affidato il racconto del 40° Astigiani che si apre con una “striscia” di sei pagine dedicate alle precedenti presentazioni: un viaggio tra luoghi e temi diversi, a conferma dell’efficacia della formula editoriale adottata dalla rivista. Un dialogo costante che si è interrotto solo una volta a causa della pandemia, nel dicembre 2020. Una pagina pubblica i nomi dei 261 autori che hanno collaborato: firme storiche presenti fin dal primo numero e altri che hanno arricchito la rivista con esclusivi contributi specifici sui singoli temi.
I contenuti del 40° di Astigiani
Il sommario conferma la varietà dei temi. Si parte con i cento anni della marcia su Roma dell’ottobre 1922 che Mario Renosio ha descritto dal punto di vista della partecipazione astigiana alla presa del potere fascista. Pochi anni prima era nata la Camera del lavoro ed era cresciuto il movimento sindacale organizzato, raccontato da Fulvio Lavina. Un salto nel Medioevo porta a Monforte e alla repressione dell’eresia dei Catari che vide in primo piano il ruolo del vescovo di Asti.
Si torna al Novecento con la storia completa del Festival della Sagre nato nel 1974. Pippo e Alessandro Sacco ne ripercorrono gli anni dei successi e dei primati con schede e tabelle fino all’ultima recente edizione. L’intervista “Confesso che ho vissuto” firmata da Fiammetta Mussio vede protagonista un grande del jazz: Diano Piana nato a Refrancore, classe 1930, che si è collegato via telefono con la sala, offrendo un assolo di trombone e scambiando i saluti con l’amico e biografo Armando Brignolo.
La rivista contiene anche un “album di famiglia” speciale che nelle pagine centrali pubblica 40 rare cartoline di Asti, tratte dalla straordinaria collezione di Pippo Sacco, con didascalie parlanti.
Le rubriche spaziano dalla storia della società agricola operaia di Cunico ai viaggi mondiali di Gianni Truffa appassionato di calcio che ha annunciato la partecipazione come spettatore al suo undicesimo campionato in Quatar.
Da leggere anche l’allegro “se ci penso” di quell’estate di 40 anni fa, rievocato da Flavio Tosetti quando nel 1982 anche gli astigiani scesero in strada per festeggiare la vittoria dell’Italia in Spagna. Altri temi: i 50 anni del movimento sportivo Aics ricordati da Paolo Monticone e un racconto dedicato al mondo del tamburello femminile che vede l’Astigiano primeggiare in Italia e in Europa, scritto da Cecilia Dellavalle, capitana della Tigliolese che è stata la squadra pigliatutto.
Su Astigiani anche la scoperta descritta da Rocco Moliterni di un tesoro gastronomico a Cocconato e il racconto di Paola Gho e Giovanni Ruffa sui cambiamenti di costume dei pranzi di nozze. Si legge anche della mostra per i 90 anni del Consorzio dell’Asti (ospitata a Palazzo Mazzetti, curata da Pierottavio Daniele) e del rapporto tra la città e lo spumante che porta il suo nome. È stata presentata anche la nuova rubrica di Giulio Morra, photo editor della rivista, che racconterà in ogni numero un suo storico clic.
Infine, due testimonianze dirette: il coraggio della giovane Vittoria Dezzani, raccontato da Roberta Favrin, che a fine ottobre aprirà una sua piccola libreria e la curiosità per il libro “Ferrovie del Messico”, ambientato ad Asti nel 1944. L’autore Gian Marco Griffi ha letto un brano del romanzo che è diventato un caso letterario. Applausi anche per l’astigiano Luciano Villata, emigrato a Sidney nel 1949 che ha voluto a 91 anni intervenire alla presentazione della rivista che lo lega così profondamente alla sua città e che ne ha raccontato la storia nel numero 34 del marzo 2021.
Gli autori del 40° Astigiani sono: Piercarlo Grimaldi, Sergio Miravalle, Mario Renosio, Fulvio Lavina. Adolfo Ivaldi, Alessandro e Pippo Sacco, Fiammetta Mussio, Claudia Villero. Giani Truffa, Flavio Tosetti, Rocco Moliterni, Pierottavio Daniele. Paola Gho e Giovanni Ruffa, Paolo Monticone, Cecilia Dellavalle, Roberta Favrin, Edoardo Angelino, Manuela Caracciolo, Giulio Morra, Donatella Gnetti, Edoardo Angelino.